Sono i vini del momento, protagonisti assoluti in tutti gli appuntamenti di settore rivolti ai winelovers più esigenti. Ancestrali, Pet Nat, Rifermentati sono vini unici e frizzanti che è un peccato non provare! Se non li conosci e sei curioso di saperne di più, continua a leggere per scoprire alcune delle differenze tra queste diverse tipologie di vini, accomunati da una bolla semplice, delicata ma di grande personalità.
Metodo ancestrale e pet nat: l’origine
I vini prodotti da metodo ancestrale hanno una storia antichissima, molti storici fanno risalire l'utilizzo di questo metodo già a partire dai romani e successivamente adottato in Francia per fare vini frizzanti nella rinomata zona dello Champagne e nella zona Blanquette de Limoux, conosciuti come Pet Nat.
Ma cosa significa Pet Nat? E' l'abbreviazione di due termini francesi Petillant e Naturelle che si traduce letteralmente in "naturalmente frizzante" e serve per indicare i vini frizzanti o spumantizzati da methode ancestral, ossia metodo di vinificazione ancestrale con cui si produceva in Francia il vino spumante.
Il metodo ancestrale
Il metodo ancestrale si basa su una sola fermentazione che inizia all’interno del serbatoio e continua in bottiglia.
Ma come avviene tutto ciò?
Esistono due diversi procedimenti che è possibile utilizzare:
Il primo consiste nell'imbottigliare il vino durante la fase di fermentazione, lasciandola terminare all'interno della bottiglia.
Il secondo (più moderno) è quella di bloccare la fermentazione, abbassando la temperatura del serbatoio in acciaio inox (serbatoi a temperatura controllata). In questo periodo i lieviti "riposano" in attesa di riattivarsi per concludere il loro lavoro.
Con l'inizio della bella stagione e dell'innalzamento delle temperature (solitamente coincide con la primavera), il liquido che non possiamo ancora definire "vino" viene imbottigliato con il classico tappo a corona.
Quando le temperature iniziano a sfiorare i 18°C, la fermentazione che avevamo bloccato, riparte e con essa anche i lieviti naturali, gradualmente si “risvegliano” producendo alcool e anidride carbonica. Questo processo dura circa un mese, un mese e mezzo.
L’anidride carbonica che si crea con la fine della fermentazione che è intrappolata nella bottiglia, rende il vino frizzante.
Un’aspetto fondamentale del vini da metodo ancestrale e dei vini rifermentati è l’assenza della "sboccatura" (degorgement).
Questa viene utilizzata nel metodo classico per eliminare l’effetto torbido dovuto dalla presenza dei lieviti. Nel metodo ancestrale e nei vini rifermentati non c’è "sboccatura" e i vini mantengono i loro residui di fondo.
I vini ancestrali sono vini in continua evoluzione, e molto spesso bottiglie della stessa annata hanno sfumature differenti l’una dall’altra e per questo sono considerati vini unici e artigianali.
Sono vini che hanno un basso grado alcolico e sono beverini con un alto grado di godibilità. Poche bolle ma perfettamente integrate, e i loro lieviti li rendono croccanti e unici.
Il vino prodotto con metodo ancestrale a differenza dei vini rifermentati non ha nessuna aggiunta: nè di mosto refrigerato nè di vino in fermentazione, ma "lavora" con i lieviti e gli zuccheri presenti all' origine.
Vini Rifermentati: cosa sono e cosa li differenzia dal metodo ancestrale?
I vini rifermentati sono vini frizzanti molto simili ai vini fatti con metodo ancestrale. Tant’è che molto spesso si confondono gli uni con gli altri. In questo caso la rifermentazione in bottiglia avviene grazie all’aggiunta di zucchero e di lieviti estranei all’uva di partenza. Questi elementi possono essere aggiunti mediante:
- nuovo mosto:
- mosto parzialmente fermentato;
- mosto refrigerato;
- vino in fermentazione;
- mosto rettificato.
Possiamo quindi concludere che la più importante differenza che distingue i rifermentati dagli ancestrali o pet nat sia l' utilizzo nei primi, di elementi esterni (ma comunque naturali) al vino base già fermentato e pronto alla seconda e ultima fermentazione detta appunto "rifermentazione".
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